IL SAPORE DI UNA MEDAGLIA

Che sapore ha una medaglia? Sa di sudore, un gusto un po’ salato, che ti cola dai capelli sul viso, e una goccia si posa

sulle tue labbra e tu la senti sulla lingua. Quel sudore di cui il tuo corpo è abituato ad essere ricoperto, che lavi via ogni giorno con la doccia a fine allenamento. Del sudore della fatica, o di quello del caldo, quando tutti sono ormai al mare e tu sei chiuso in una sala a ripetere esercizi su esercizi, perché anche la perfezione non è abbastanza. Sa di lacrime, salate anche quelle, che scendono copiose e tu non riesci a fermarle, dopo una sconfitta, l’ultima o la prima, non importa, perché non si costruisce nessuna vittoria se prima non si impara a passare dal dolore per aver perso.
Che odore ha una medaglia? Odora di palestre polverose, di parquet e tartan, di polvere di magnesio e di cloro in una piscina; e spesso anche di ghiaccio spray, e dell’odore tipico che hanno tutti gli ospedali, quando il tuo fisico, i tuoi muscoli e i tuoi tendini ti dicono che sei arrivato al limite e che non ne hanno più, ma la tua mente non riesce a dire alle tue gambe “basta”; perché nessuno ha il diritto di farti fermare, neanche il tuo stesso corpo.
Che suono ha una medaglia? Ha il rumore del tuo respiro affannato, segue il ritmo del tuo cuore impazzito, che ti rimbomba nelle orecchie, quando la fatica non ti fa sentire altro che quello. Ha il suono del silenzio, devastante e terribile, quando ti chiudi in te stesso, da solo, dopo un’occasione sfumata, e sai che nessuna parola potrà riempirlo, eppure in mente hai il frastuono del turbinio dei tuoi pensieri impazziti, e non riesci a fermarli.
Una medaglia è ruvida come le tue mani piene di calli, segnate da un allenamento senza fine, e le pause e le giornate di riposo scorrono così veloci che neanche te ne accorgi; ormai quasi non ti ricordi come è la vita fuori da quella palestra, e a pensarci bene, alla fine non sai neanche se ti interessa più.Ha dentro di sé la luce accecante di pomeriggi caldissimi, o quella fioca e buia di albe invernali, quando i giri di corsa scaldano i tuoi muscoli, ma non riescono a levarti il freddo dalla pelle.
Una medaglia ha tutte le sensazioni e i colori e i sapori dei lunghi giorni passati a inseguirla, da solo o con altre persone che hanno la tua stessa fame, cercando, a volte nel buio, un sogno che altri spesso non capiscono, non comprendono, non riescono a vedere.
Ma alla fine, quando ne senti il peso sul collo, un peso che ti fa alzare di più la schiena, che ti fa guardare più in alto degli altri, l’unica cosa che conta, è che quel sapore, alla fine, è quello della tua felicità.
danieleanile.com

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